Username e password forniti dallo Stato: identità digitale unica

Username e password forniti dallo Stato: identità digitale unica

Ognuno di noi usa decine di servizi online. La mail, la PEC, facebook, instagram, spotify, amazon, banca online, app del gestore telefonico, sito della pubblica amministrazione ecc ecc. Insomma tanti e tanti servizi, per i quali abbiamo tanti e tanti username e password di accesso, che non senza difficoltà gestiamo. Spesso infatti ci capita di dover riciclare le password di un servizio, riutilizzandole anche altrove, pur consapevoli della pericolosità di tale pratica.

Inoltre, ci capita spesso di sentire che nostri amici o parenti hanno subito delle truffe online da soggetti che poi si sono rivelati essere falsi. A chi è stata svuotata la carta di credito mediante un bonifico mai ordinato finito in Angola o Paraguay, a chi ha perso l’accesso all’account sui social network a causa di non definite ragioni e non riesce a riottenerlo, a chi hanno attivato un nuovo contratto telefonico a casa senza saperne nulla, a chi è stato contattato da un ragazzo eppoi si è scoperto essere un adulto…

Tutto questo perché online è facile essere qualcun altro, o addirittura essere “nessuno” (si parla spesso di anonimato in rete). Online, è come nella banca durante la rapina nella nota serie “La casa di Carta”: sotto la maschera chi si nasconde? Esistono tante nostre identità quanti sono gli account che abbiamo registrato.

Ciò capita perché quando ti registri ad un servizio puoi farlo sulla base di una tua dichiarazione. Ad es. capita spesso che chi si chiama Maria Carmina possa usare un solo nome (e quindi dichiarare di chiamarsi “Maria”) o chi si chiama Antonio possa riportare semplicemente Tony, fino ad arrivare ai casi più gravi, in cui si sceglie deliberatamente di dichiarare un nome totalmente falso (mi chiamo Giovanni e dichiaro Vincenzo).

Oppure ci si attribuisce delle false qualifiche: es. dichiaro di lavorare per un determinato gestore telefonico, dichiaro di aver conseguito una laurea, dichiaro di essere un agente di pubblica sicurezza…

Inutile ricordare che tali pratiche sono da considerarsi illecite ed il nostro ordinamento prevede apposite sanzioni per chi commette tali fatti.

Verso l'identita' digitale unica

Da più parti è nata l’esigenza di dover rendere più affidabili tali dichiarazioni, perché nel caso di illecito sarebbe molto difficile per chi indaga trovare il colpevole…e sarebbe molto frustrante per chi è stato danneggiato online non poter chiedere giustizia.

Le autorità fanno molta fatica a trovare il colpevole, sia per carenza di uomini specializzati sia perchè spesso debbono proprio fermarsi, poiché la “pista delle indagini” porta in un altro Stato, dove non hanno potere. Per questo sono nate diverse specializzazioni nel mondo forense, di cui alcuni esponenti sono proprio appartenenti alle forze dell’ordine, che si occupano di cercare le prove digitali ed attribuirle a determinati soggetti che tentano di nascondersi dietro un computer (sto parlando dell’informatica forense, attività che io stesso pratico. Ne avevo parlato qui – Cos’è l’INFORMATICA FORENSE e di cosa si occupa).

Come fare allora? Semplice, introdurre una identità digitale unica. Ciò significa che il cittadino potrà avere una sola identità online, e quando si registrerà ad un servizio lo potrà fare in un solo modo: inviare al servizio la sua “carta d’identità digitale”, che provvederà a registrarlo sulla base di quel solo documento. Non ci saranno più margini di errore né dichiarazioni dubbie; se il cittadino vorrà usare il servizio dovrà farlo identificandosi mediate il suo documento di identità digitale unica.

COSA POTRà CAMBIARE

L’uso dell’identità digitale unica permetterà quindi di non avere (ragionevolmente) dubbi su CHI si registra ad un servizio…e quindi su CHI ha fatto cosa. Mediante il controllo dei registri delle azioni (tecnicamente: analisi postuma dei dati) possiamo essere ragionevolmente certi dell’identità di CHI ha fatto COSA.

Proprio come quando alla guida, al posto di blocco, la polizia potrà conoscere l’identità di chi guida…e nel caso contestare in maniera certa un eccesso di velocità o un sorpasso vietato.

Ed online? Semplice: se tutti devono usare i servizi per mezzo dell’identità digitale unica allora subito si saprà, in caso di illecito, chi sarà il presunto colpevole. Da un lato quindi sarà più semplice per le forze dell’ordine trovare CHI ha FATTO COSA e dall’altro la persona offesa sarà più felice perché lo Stato avrà trovato chi l’ha danneggiata.

Ma chi dovrà rilasciare questa identità digitale unica?

Lo Stato ovviamente! Proprio come per i tradizionali documenti (carta di identità, patente, codice fiscale…) anche per l’identità digitale unica dovrà essere lo Stato a doverla fornire. Poiché lui è l’unico soggetto che ha certezza dell’identità personale di un suo cittadino.

Questo perché il nostro papà o la nostra mamma, quando siamo nati, hanno indicano all’ufficiale di stato civile il nostro nome e cognome nonché la data di nascita. Da quel momento lo Stato ci ha “conosciuti” e ci accompagnerà per sempre, sia per assisterci nei momenti di difficoltà sia per richiederci il pagamento delle tasse.

CONCLUSIONI

Per i fautori dell’identità digitale unica, sicuramente questa sarà una grande conquista. La stessa Paola Pisano, Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione delle Repubblica Italiana (sotto il Governo Conte bis), ha avuto modo di lodare i benefici che questo sistema potrà portare all’Italia, dichiarando:

“Con l’identità digitale noi avremo un’unica e sola user e password per accedere a tutti i servizi digitali, ma questa user e password potrebbe anche essere utilizzata per accedere non solo ai servizi digitali della pubblica amministrazione ma ai servizi digitali anche del privato. Per esempio il nostro conto in banca, per esempio prenotare un’auto in sharing, andare al cinema, per esempio comprare su Amazon. Ogni volta che noi abbiamo una user e una password questa user e password dovrebbe essere data dallo Stato perché lo Stato è l’unico soggetto che ha davvero certezza che quello è quel cittadino. L’identità digitale sarà rilasciata dallo Stato e servirà a identificare il cittadino in modo univoco verso lo Stato stesso. In futuro, per aziende e cittadini che lo vorranno, potrebbe essere ulteriore sistema di autenticazione”
Paola Pisano
Ministro per l'Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione

Io, da studioso e difensore delle libertà personali dei cittadini, nutro ancora tanti dubbi su tale sistema e debbo riconoscere che l’idea alla base è molto allettante… sebbene necessiti di miglioramenti!

Ho più volte dichiarato la necessità di innovare, ed io sono il primo a professarla, ma bisogna farlo coinvolgendo e spiegando ai cittadini, fin dalla scuola, le cose in modo trasparente e chiaro. Sulla mia pagina facebook [qui il link – Armando De Lucia, Pagina Facebook], ironizzando, riadattavo una nota citazione.

Su questi miei dubbi, dedicherò un articolo apposito che inserirò qui. Sarà “aperto”, pronto ad accogliere anche i vostri dubbi. Se volete essere presenti, segnalatemi i vostri dubbi su contact@armandodelucia.com

Alla prossima!